Roma. Prosegue davanti a Montecitorio il presidio dei ristoratori

Ieri, primo giorno di protesta, sono arrivati a Roma migliaia di ristoratori da tutta Italia per chiedere il pagamento immediato degli indennizzi e riaperture concordate con la categoria.

Roma. Prosegue davanti a Montecitorio il presidio dei ristoratori

Prima notte dei ristoratori a Roma

Naccari (Tni Italia-Ristoratori Toscana): “Non ce ne andiamo fino a quando non avremo quello che ci spetta”

 

Roma, 23 febbraio 2021 - Prosegue a oltranza davanti a Montecitorio il presidio dei ristoratori di TNI Italia – Tutela Nazionale Imprese e Ristoratori Toscana. Ieri, primo giorno di protesta, sono arrivati a Roma migliaia di ristoratori da tutta Italia per chiedere il pagamento immediato degli indennizzi e riaperture concordate con la categoria.

“Non vogliamo sussidi, ma risarcimenti immediati adeguati ai danni subiti e tornare a lavorare”, il messaggio lanciato dal mondo Horeca, che ha visto in piazza, fianco a fianco, imprenditori e dipendenti del settore. “Vogliamo coerenza, abbiamo perso la pazienza”, “Se l’Rt sale non è detto che il contagio sia serale”, “esistiamo”, alcuni degli striscioni apparsi ieri alla manifestazione, che continua anche oggi e che, se non ci saranno risposte, andrà avanti a oltranza.

“Siamo stanchi. Le promesse non ci bastano più. Non ce ne andremo da piazza Montecitorio fino a che non partirà il primo bonifico del bonus filiera e avremo la certezza del ristori quinquies”, incalza il portavoce di TNI Italia e presidente di Ristoratori Toscana Pasquale Naccari. “Siamo soddisfatti di aver fatto uscire dalle loro stanze alcuni esponenti politici, che sono scesi in piazza a parlare con noi. Ma le parole se le porta via il vento. Vogliamo fatti. Ed è quelli che aspettiamo”.

“Ringraziamo la trentina di colleghi del movimento #ioapro che si sono presentati alla fine della giornata per appoggiare la nostra manifestazione, con la speranza – conclude – che abbiano compreso che non basta riaprire. Bisogna infatti che le riaperture dei ristoranti siano decise dalle istituzioni, evitando così inutili sanzioni per loro e per i loro clienti”.