Roma, L'uranio impoverito uccide ancora
Orfani delle vittime del dovere dimenticati e discriminati?
L’Osservatorio Nazionale Amianto mette in risalto la Questione delle Vittime Militari
Si sente poco parlare degli orfani delle vittime del dovere, quasi come se fosse più comodo far finta che non esistano loro e non esista il problema.
Troppo spesso infatti sono dimenticati e discriminati nelle loro richieste di riconoscimento dei propri diritti. Ricordiamo che vittime del dovere, per la legisla-zione italiana, sono gli appartenenti alle forze di polizia italiane ed alle forze armate italiane caduti o che abbiano contratto infermità invalidanti nell’adempimento del loro dovere. Come ad esempio i tanti che sono venuti a mancare in seguito ad esposizione a cancerogeni, ovvero in altre condizioni particolari, di servizio.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, anche con la sua ONA TV, ha dedicato molta attenzione alla tutela delle vittime del dovere, così come ai loro orfani. Certo, il punto chiave è la prevenzione primaria, poi quella secondaria. I risarcimenti sono l’ultimo stadio., e ciò che più amareggia , è che le vittime e i loro familiari si devono battere contro un secondo ne-mico, che è l’Amministrazione.
Alla puntata di approfondimento sul tema specifico “Orfani delle vittime del dovere, dimenticati o discriminati?”, hanno partecipato, come ospiti del giornalista conduttore Massimo Maria Amorosini, il Presidente di ONA Ezio Bonanni, il Ministro della Difesa del Governo Conte 1 Elisabetta Trenta, il Colonnello Ruolo d’Onore Esercito Italiano e membro dell’ONA Carlo Calcagni, lo specialista in oncologia medica Pasquale Montilla, il generale dell’esercito e vittima del terrorismo Roberto Fenu, oltre a due orfane delle vittime del dovere Mara S. e Renata Tiraferri Roffeni.
Ancora oggi il Ministero della Difesa continua ad avere attenzione diversa tra le vittime del dovere e quelle del terrorismo. Di tale discriminazione ne pagano le conseguenze, in particolare, gli orfani di vittime del dovere. Questi ultimi, infatti, se non sono nel carico fiscale della vittima e il coniuge è in vita, ricevono il rigetto delle loro richieste.
Qui è il caso di coloro che sono stati riconosciuti e ai cui orfani sono negati i diritti. Poi c’è il problema ancora più rilevante dei casi dei rigetti. Non solo amianto, ma anche nanoparticelle di metalli pesanti e radiazioni per l’uso dei proiettili all’uranio impoverito. Ancora, contaminazione da metalli pesanti, come per il caso del Colonnello Carlo Calcagni, e, poi, c’è il diritto al risarcimento del danno.
Infatti, le prestazioni di vittima del dovere, sono degli indennizzi e non dei risarcimenti. Quindi, le vittime e i loro familiari hanno diritto anche al risarcimento del danno. Durante la trasmissione Bonanni conferma di aver avviato come Osservatorio Nazionale Amianto numerosi procedimenti per tutelare gli orfani di vittima del dovere, e di aver anche contribuito alla stesura di diversi disegni di legge sull’argomento.
Tra gli ospiti anche il generale Fenu, che nel 1994, allora maggiore quarantenne, impiegato nella forza di pace dell’Onu in Libano fu fe-rito dallo scoppio di una mina anti-uomo a causa della quale ha subito l’ amputazione del piede destro. Riconosciuto vittima del terrorismo, pur avendo proseguito il servizio fino al grado di Generale di Corpo di Armata, ha denunciato che spesso si assiste ad una totale incapacità di applicare le leggi dello Stato.
Presente anche il colonnello Calcagni, nel suo corpo c’è presente contaminazione con 28 metalli pesanti di cui 2 radioattivi, per ribadire il suo impegno nell’ONA “mi impegno per i commilitoni, il mio pensiero va anche agli orfani, penso a quello che provano e ne soffro perché rivedo in loro i miei figli, questo impegno al quale mi dedico con tutte le mie energie costituisce per me il motivo di forza per andare avanti”.
Sul tema da ricordare la proposta di legge dell’onorevole Antonio del Monaco che mirava a cristallizzare alcune acquisizioni della giurisprudenza. In particolare, il principio dell’onere della prova a carico dell’Amministrazione dell’adempimento dell’obbligo di tutela della salute (art. 2087 c.c. e 32 Cost.); e, in particolare, sul principio di vicinanza della prova e, dunque, di dimostrare un decorso extra-professionale; e in caso contrario, con l’obbligo di riconoscimento della causa di servizio e dello status di vittima del dovere per equiparazione, per le ferite, lesioni o infermità riportate in occasione della prestazione di servizio in attività caratterizzate da elevata intensità operativa o in missioni operative fuori dai confini nazionali. In più, per quanto riguarda i danni da amianto, le tesi del Ministro Trenta, come evidenziato dall’Avv. Ezio Bonanni, trovano onorevole conferma nella letteratura scientifica e, in particolare, per il fatto che, alcune malattie, come per esempio il mesotelioma e l’asbestosi, c’è il timbro dell’amianto.
Purtroppo tale proposta dopo il cambio alla guida del Ministero si è arenata ma la Trenta continua nella sua battaglia tanto da lanciare l’idea anche di una sorta di scudo penale per tutti coloro che potrebbero essere chiamati in causa come responsabili per le morti o per le invalidità delle vittime del dovere, rite-nendo che forse levando il penale si possa accelerare il riconoscimento dei diritti di quanti hanno pagato con invalidità o con la morte la propria dedizione al Paese.
La tesi del Ministro Trenta è condivisa dall’Avv. Ezio Bonanni, che insieme alla Commissione Amianto, voluta dal Ministro Gen. Sergio Costa, ha elaborato un nuovo articolato tecnico normativo, che prevede il risarcimento del danno come causa di estinzione del reato colposo.
Interesse raccolto subito anche dal Presidente Bonanni che si impegna a lavorare in tal senso e rilancia dicendo che serve puntare su un fondo per le vittime del dovere, tutte, che possa accelerare il riconoscimento e l’indennizzo, e che su questo tema l’ONA a breve lancerà ufficialmente una proposta a cui ha già dichiarato interesse nella sua promozione anche il Dott. Franco Colombo Presidente e l'ing.Pietro Bonfiglio Vice Presidente con delega all’accordo ONA - FILASC, la Federazione Impresa Lavoro Ambiente e Comunicazione, che intendono dare così seguito al protocollo siglato tra le due Associazioni ed aiutare a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica su queste importanti iniziative.