Renzi scioglie Italia Viva e ci riprova per allearsi con ...

L’obiettivo dell’ex premier parrebbe quello di creare un nuovo soggetto politico di centro

Renzi scioglie Italia Viva e ci riprova per allearsi con ...
Berlusconi - Renzi

Un Matteo Renzi poliedrico quanto adattabile ad ogni stagione

Dopo la nascita del Governo, Matteo Renzi sarebbe pronto a sciogliere Italia Viva per un'alleanza di centro con Berlusconi, Calenda e Bonino e non ci sarebbe da stupirsi dell'arrivo di Giovanni Toti con Mara Carfagna momentaneamente ancora in Forza Italia.

Ecco quanto varrebbe questo blocco nei sondaggi

L’obiettivo dell’ex premier parrebbe quello di creare un nuovo soggetto politico di centro, sul modello di quanto realizzato da Emmanuel Macron in Francia, riuscendo a mettere d’accordo i vari partiti moderati e presentarsi alle elezioni 2023 con un unico simbolo.

I destinatari del messaggio del senatore di Rignano sono quindi Calenda e Bonino, i quali hanno già dato vita a una componente del gruppo misto al Senato e alla Camera, mettendo insieme Azione e +Europa, ma il desiderio è quello di riuscire a coinvolgere anche Forza Italia, con cui pare possano esserci state delle complicità per far cadere in governo Conte.

Come rivelato da diversi retroscena, il piano di Renzi sarebbe di ricreare nel Parlamento italiano uno schema simile a quello di Bruxelles con le tre grandi famiglie dei Socialisti, Popolari e Liberali, immaginando per sé e i suoi una collocazione in quest’ultimo spazio.

Quanto vale il “grande centro” che ha in mente Renzi

Stando agli ultimi sondaggi rilasciati da Swg per il Tg La7 di Enrico Mentana del 15 febbraio, si arriverebbe a un totale del 16,4%, riuscendo a collocarsi come terzo partito alle spalle di Lega e Partito Democratico, superando sia Movimento 5 Stelle che Fratelli d’Italia.

Ad avere la golden share sarebbe Forza Italia, la quale, con il 6,9% occupa al momento il primo posto nelle intenzioni di voto della possibile coalizione mentre, con il 2,1%, +Europa rappresenterebbe la componente minore.

Tuttavia, in politica le aggregazioni politiche non sono così lineari come una semplice addizione, e in molti casi nella somma si perde qualcosa per strada. Soprattutto se, come in questo caso, a guidare l’operazione fosse uno dei leader meno popolari in Italia.

Matteo Renzi, come riportato dalle ultime rilevazioni, godrebbe di una fiducia sotto al 12%, che lo rende uno dei politici al più basso livello di gradimento. Proprio conoscendo il sentiment degli italiani nei suoi confronti, il leader di Italia Viva sarebbe disposto a fare da king maker in una fase embrionale, per poi ritirarsi in secondo piano senza metterci la faccia.

Il futuro di Renzi fuori dal Parlamento

In questo scenario, l’ex rottamatore abbandonerebbe la politica attiva e il Parlamento, dedicandosi alla professione di conferenziere in giro per il mondo, attività svolta anche ora da senatore, o magari riuscendo a ricoprire un incarico internazionale, come il sogno di diventare segretario della NATO nel 2022, fatto che avevo già precisato a Dicembre ai miei lettori dove Biden contribuirà ad esaudire questa direzione a Renzi.

Tempi maturi per un grande centro

Perché i tempi sarebbero maturi per un “grande centro”? - Lo ha spiegato sempre Renzi, riferendosi a ciò che è avvenuto nel mondo negli ultimi mesi: “Questa trasformazione ha avuto impulso dalla vittoria di Biden negli Usa. E avrebbe un’ulteriore spinta se Macron vincesse ancora in Francia. È ovvio che un’operazione del genere sarebbe più agevole con una legge elettorale proporzionale, ma a me piace anche il maggioritario”.

Come dimostrato più volte, e in particolar modo in quest’ultimo periodo, però, in politica non esiste mai una parola definitiva e secondo alcune nostre fonti, il Cavaliere avebbe in mente una strada diversa da quella del Senatore toscano.

Fabio Sanfilippo