Padre Ilario Cavaliere non ce l'ha fatta

L’incidente è accaduto poco prima delle 17.30: il sacerdote “in pensione”, nonostante l’età, era ancora molto attivo e, come faceva abitualmente, più volte al giorno, si stava recando dalla sua residenza nella vicina chiesa della parrocchia del Santissimo Crocifisso

Padre Ilario Cavaliere non ce l'ha fatta

NON CE L’HA FATTA PADRE ILARIO CAVALIERE, IL MISSIONARIO INVESTITO 

A PADOVA: LA PROCURA INDAGA L’AUTOMOBILISTA E DISPONE L’AUTOPSIA

Commozione per la tragica morte del religioso 87enne nella Città del Santo, nel Biellese, dove risiedono i parenti, e nella “sua” Argentina dove ha servito i poveri per mezzo secolo 

Non ce l’ha fatta Padre Ilario Cavaliere, il religioso di 87 anni, ospite nella Scuola missionaria del Sacro Cuore di Padova, investito da un’auto mentre attraversava la strada mercoledì 9 dicembre in via Bembo, a poche centinaia di metri dalla sede padovana della comunità dei dehoniani, la congregazione a cui apparteneva. Il missionario purtroppo è spirato nella notte di giovedì 10 dicembre, in seguito alle gravissime lesioni riportate. La Procura di Padova, per il tramite del Pubblico Ministero, dott.ssa Valeria Spinosa, come da prassi ha aperto un procedimento penale per il reato di omicidio stradale inscrivendo nel registro degli indagati la ventiduenne padovana, F. S., alla guida della vettura, una Toyota, che ha investito il sacerdote, e ha disposto l’autopsia sulla salma della vittima, incaricando a tal fine come proprio consulente tecnico d’ufficio il medico legale dott. Antonello Cirnelli: l’esame autoptico sarà effettuato domani, mercoledì 16 dicembre, a partire dalle 13.30. 

I familiari del Padre dehoniano, che risiedono in Piemonte, attraverso i consulenti legali dott. Giancarlo Bertolone e Alessia Paccagnella, per essere assistiti si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che si è immediatamente attivata innanzitutto per acquisire tutta la documentazione relativa al tragico sinistro e cercare di fare piena luce sui fatti.

L’incidente è accaduto poco prima delle 17.30: il sacerdote “in pensione”, nonostante l’età, era ancora molto attivo e, come faceva abitualmente, più volte al giorno, si stava recando dalla sua residenza nella vicina chiesa della parrocchia del Santissimo Crocifisso dove aiutava il parroco nelle varie mansioni, ma, mentre stava attraversando la strada, è stato travolto dalla giovane automobilista che proveniva da via d’Aquapendente diretta verso Salboro, per cause al vaglio della polizia locale di Padova. L’impatto è stato terribile: l’anziano è stato caricato sul cofano, ha sfondato il parabrezza dell’auto ed è rovinato sull’asfalto. Inizialmente l’ottantasettenne, subito trasportato in ambulanza all’ospedale cittadino, era cosciente e ha anche fornito le sue generalità, ma con il passare delle ore le sue condizioni sono via via peggiorate in seguito ai gravissimi traumi riportati, in particolare diverse lesioni agli organi interni: è stato trasferito nel reparto di Rianimazione ma, nonostante tutti i tentativi dei medici di salvarlo, il 10 dicembre è spirato.

La tragedia ha destato profonda commozione non solo a Padova, dove Padre Ilario viveva da circa cinque anni, e in tutta la congregazione dehoniana, ma anche nel Biellese, in particolare a Cerrione, dove, nella frazione di Vergnasco, hanno vissuto per gran parte della loro esistenza i suoi genitori, risiedono tuttora i suoi parenti e dove lui tornava periodicamente dalle sue missioni, oltre che nella “sua Argentina”. 

Originario di Castelgomberto, nel Vicentino, dove viveva la sua famiglia prima di trasferirsi in Piemonte, il religioso aveva studiato nel seminario di Albino (Bergamo) e poi perfezionato i suoi studi di teologia in Liguria. Aveva emesso la sua prima professione, come diacono, nel 1953, a vent’anni, e poi, nel 1964 la congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, i Dehoniani appunto, accogliendo la sua grande vocazione, quella di servire i poveri, l’hanno inviato in missione in Argentina, Paese dove la povertà era ed è ancora tanta e dove all’epoca il regime era pure ostile ai sacerdoti. Padre Cavaliere vi è rimasto mezzo secolo, fino appunto a cinque anni fa, e ci sarebbe tornato ancora se la sua età ormai avanzata e il suo fisico, non più da giovanotto, non avessero consigliato un più che meritato “riposo”: nel Paese sudamericano è stato, tra le varie mete, a Buenos Aires, a Malagueno nella poverissima provincia di Cordoba e nella provincia del Chaco, tra la foresta tropicale, facendosi apprezzare e ben volere da tutti gli argentini. Quando, nel 1980, ha preso anche i voti venendo ordinato sacerdote, in suo onore organizzarono una festa popolare. 

Un uomo buonissimo, generoso, affabile, accogliente, che si adattava a tutto e che, soprattutto, ha dedicato tutta la vita ai poveri e ai bisognosi” lo piange la cara nipote Anna Rubatto, che ne ricorda anche l’estrema umiltà nonostante la sua profonda intelligenza e cultura: Padre Ilario era anche estremamente colto e scriveva molto, componeva poesie e aveva persino dato alla luce testi teatrali e un’autobiografia.


Il sacerdote lascia tre sorelle, Pierina, Santina e Maria, e dieci nipoti. Non appena l’autorità giudiziaria darà il nulla osta, sarà fissata la data dei funerali con due cerimonie, una che si terrà a Padova e un’altra a Vergnasco, nel cui cimitero, poi, il religioso riposerà.