Montagna, la posizione di Vincenzo Torti, Club Alpino Italiano
Venerdì scorso, dopo aver letto l’ultimo DPCM governativo, ha scritto una lettera urgente al premier Giuseppe Conte, per chiedere l’autorizzazione a frequentare la montagna anche in zona “arancione”.
Venerdì scorso, dopo aver letto l’ultimo DPCM governativo, ha scritto una lettera urgente al premier Giuseppe Conte, per chiedere l’autorizzazione a frequentare la montagna anche in zona “arancione”.
Vincenzo Torti si è preso l'onere di esortare il Primo Ministro, Conte, ( ex ad oggi) per presentare le sue rimostranze e difendere gli amanti della montagana, come riporta Montagna TV, con alcuni passaggi significativi e importanti sul suo modo di vedere e concepire la montagna.
La domanda principale è la seguente?
Lei cosa pensa, a titolo personale e come presidente del CAI, del divieto di andare in montagna e in natura?
“Penso che vietare di andare da soli in un bosco o in una valle, con o senza la neve, sia una follia assoluta. Non serve a rallentare il Covid, e ha un peso enorme sulla salute fisica e mentale delle persone. E’ un tema che conosciamo bene, anche perché 112 sezioni del CAI praticano la montagnaterapia”.
Il passaggio su Conte è pure da evidenziare:
A novembre il premier Conte ha detto in televisione che “è incontrollabile tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve”…
“Appunto, è una questione di ignoranza. Ma il problema non è solo del premier. Si è appena insediata la Commissione parlamentare incaricata di modificare e integrare la legge 363 del 2003 sugli sport alpini, io verrò sentito ufficialmente il 19 gennaio“.
E infine un altro punto fondamentale:
“Lo abbiamo detto più volte, siamo contro la proliferazione di nuovi impianti. Si deve superare la monocultura dello sci alpino, si deve far crescere un turismo invernale più compatibile con l’ambiente, e che non faccia sperperare denaro pubblico. Tra le Alpi e l’Appennino abbiamo censito 312 impianti obsoleti e abbandonati, che devono essere eliminati”.
La montagna è bella e salutare, ha i suoi rischi, ma anche e sopratutto i suoi aspetti positivi sotto l'aspetto della salute psico-fisica.
In televisione qualche esponente sanitario ha prospettato il rischio assembramenti nelle vicinanze degli impianti di sci, ma volendo, ribadiamo volendo, ci sono soluzioni ad ogni aspetto di natura sanitario, basta mettersi attorno a un tavolo e soppesare benefici e problemi.
La perdita delle stagione sciistica ha avuto effetti drammatici sui gestori degli impianti e su tutto quello che ruota attorno: maestri di sci, alberghi, ristoranti,negozi di attrezzature e nefasti sul morale di coloro che pur pagando oneri alti per le seconde case, si sono trovati nell'impossibilità del loro utilizzo e a questo punto potrebbero anche intentare cause contro il mancato utilizzo tanto per dirne una.
Un conto è stare in piazza con migliaia di persone addossate, come è avvenuto e avviene, un altro è stare all'aria aperta al sole, passeggiando o sciando nell'aria pura e non inquinata come quelle delle grandi città per cui l'Italia è stata piu' volte condannata a pagare per gli sforamenti dell'inquinamento.
Non si possono paragonare le uscite in città con quelle in montagna.
Alla fine, ma ormai è tardi, si è data la possibilità di uscire dalla propria regione ma se si va in montagna e gli impianti sono chiusi, come i ristoranti e gli alberghi non c'è un'altra contraddizione?
La montagna va vissuta e ha fatto bene Torti a chiedere la rimozione degli impianti vecchi e mai utilizzati, come anche la manutenzione di migliaia di km. di sentieri che se abbondonati per tanto tempo, potrebbero portare a problemi di sicurezza in futuro.
Un punto su cui abbiamo sentito pareri discordanti è la sua negazione a nuovi impianti che in questo momento sono improponibili e non fruttuosi sotto il profilo economico, ma dovranno essere in quasiasi caso, essere compatibili con l'ambiente circostante: amare e non sfruttare la montagna senza pretendere piu' del giusto è piu' che opportuno per il suo mantenimento che corrisponde alla nostra salvezza per il futuro.