Lettera aperta di una bambina strappata alla famiglia e NON ASCOLTATA

Appello di un padre al quale è stata sottratta la figlia, con motivazioni per niente convincenti.

Lettera aperta di una bambina strappata alla famiglia e NON ASCOLTATA

Lettera aperta a tutela di una bambina strappata alla famiglia e NON ASCOLTATA

 

Torino 12 Agosto, riceviamo e pubblichiamo, l'appello di un padre che si rivolge a : Presidente Regione Piemonte Dott. Alberto Cirio, Garante per l'infanzia e l'adolescenza Regione Piemonte Dott.ssa Ylenia Serra, Presidente Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare Prof.ssa Vincenza Palmieri, Assessore Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità Regione Piemonte Dott.ssa Chiara Caucino,  Associazione Nazionale Famiglie Insieme per i Diritti Umani, al fine di tutelare la sua bambina, strappata alla sua famiglia, prelevata da scuola coattivamente.

Egregi Signori,

mi rivolgo a Voi per segnalarvi una questione che riguarda la mia famiglia e nello specifico la mia bambina, Violetta (nome di fantasia) di 10 anni che da febbraio 2020 è stata rinchiusa in una comunità piemontese.

Oltre al dolorosissimo allontanamento dal suo papà, dalle sue sorelle, e dalla sua famiglia, che si ripercuotono sulla salute di Violetta, che ha sviluppato: caduta dei capelli per il forte stress, eruzioni cutanee in tutto il corpo, ferite alla testa causate da un altro ospite della struttura, alla bambina viene impedito di avere relazioni sociali e persino di partecipare alle attività ludiche che la comunità organizza, in contesti di collettività, con gli altri bambini.

A Violetta è stato impedito di continuare il suo corso di chitarra, di pianoforte, il corso di danza, pure la frequenza al catechismo. Violetta non ha potuto ricevere neppure la consacrazione alla comunione, calpestando i valori religiosi a cui fa riferimento Violetta e la nostra famiglia.

Nel mese di agosto la comunità presso la quale è rinchiusa coattivamente Violetta ha organizzato un’uscita collettiva, presso le giostre cittadine, al fine di agevolare le relazioni sociali dei bambini, e dare loro la possibilità di poter trascorrere del tempo in un contesto ludico, di approfondimento sociale, che avrebbe sicuramente giovato anche a Violetta.

Ma quel giorno, nonostante il progetto della comunità, a Violetta è stato impedito di parteciparvi dalla psicologa dell’ASL di Torino. Nonostante la vigorosa richiesta di Violetta, in cui esprimeva il forte desiderio di potervi partecipare, la dottoressa in questione, ha ritenuto opportuno non spostare l’appuntamento settimanale, cui la bambina partecipa ormai da circa un anno e mezzo, e che nel corso degli anni ha subito delle variazioni di data. Ma in quell’occasione la Dottoressa è stata irremovibile.

Non ci sembra che abbia agito dell’interesse della minore. Durante un colloquio con la sorella maggiore, avvenuto in data 09 agosto 2021, Violetta ha esternato la sua sofferenza, ed il suo disagio scaturito da tale modus operandi della dottoressa, tanto da far credere a Violetta di essere “diversa”, instillando nella bambina, complessi, di cui non aveva mai sofferto prima, che ha descritto alla sorella con molta tristezza, sentendosi diversa e discriminata. E ancora una volta, NON ASCOLTATA!

Violetta ha chiesto a più riprese di poter ritornare a casa dalla sua famiglia. Lo ha chiesto a tutti. Alla curatrice, all’educatrice, a questa psicologa, ma ci riferisce che le sue parole non vengono ascoltate, e nemmeno prese in considerazione, tanto che i Servizi Sociali, omettono queste dichiarazioni di Violetta nelle relazioni ufficiali. Tuttavia possiamo fornire prove oggettive a comprova delle reali dichiarazioni della bambina.

Siamo fortemente preoccupati, e temiamo che la persistenza di queste condizioni possa essere deleteria per il benessere reale di Violetta. Ci basiamo su prove oggettive, su malessere e sofferenza che Violetta esterna, durante il solo appuntamento al mese che gli viene concesso per vedere i suoi cari, che dura solo un’ora e spesso anche meno.

Non esiste più una vita normale per la nostra bambina, non può partecipare alle attività cui partecipava, e ora non può nemmeno passare del tempo con i suoi coetanei durante i progetti ludici fuori dalla struttura.

A Violetta è stato detto che dev’essere addirittura “resettata”, termine usato proprio dagli operatori del Servizio Sociale.

Vi chiediamo d’intervenire e di aiutare Violetta a vivere una vita migliore, accanto alla sua famiglia, continuando il suo percorso, in un ambiente familiare sereno diverso da quello attuale, che la bimba descrive come caotico e dove gli educatori ed il personale della struttura sono soliti urlare.

Ci rivolgiamo a Voi esternando la forte preoccupazioni per le condizioni di Violetta, che diventano sempre più preoccupanti mese per mese.

Restiamo a disposizione per fornire i dati e le prove oggettive della situazione che abbiamo descritto.

 

Il papà di Violetta

Destinatari :

Presidente Regione Piemonte Dott. Alberto Cirio

Garante per l'infanzia e l'adolescenza Regione Piemonte Dott.ssa Ylenia Serra 

Presidente Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare Prof.ssa Vincenza Palmieri

Assessore Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità Regione Piemonte Dott.ssa Chiara Caucino 

 Associazione Nazionale Famiglie Insieme per i Diritti Umani