La verità sul COVID e le modalità del Governo Conte – Imprese a rischio
Francia, Gran Bretagna e Germania hanno dimostrato di avere preparato con saggezza un piano per le decisioni che mano mano vengono adottate
Non ci sono soldi per risarcire così Conte scarica le decisioni
sulle Regioni con più contagi
Qualcuno obietterà : ma il coprifuoco,la chiusura di alcune attività e dei locali è stata decisa anche in altri paesi e in altre capitali europee. Vero, con una differenza : prima di firmare quelle decisioni i governi degli altri paesi ne hanno valutato l'impatto economico, stanziando subito i fondi necessari ai risarcimenti. Il giorno stesso della comunicazione della chiusura i proprietari dei locali hanno saputo che lo Stato avrebbe risarcito le loro perdite consentendone la sopravvivenza in tempi migliori. Francia, Gran Bretagna e Germania hanno dimostrato di avere preparato con saggezza un piano per le decisioni che mano mano vengono adottate – L' Italia NO - Che diavolo hanno fatto premier, ministri e presidenti di Regioni in tutti questi mesi per prepararsi alla seconda fase del virus che tutto il mondo dava per scontata? Il nulla di niente del nulla più assoluto confermando uno spaccato drammatico di una classe politica e dirigente assolutamente inadeguata per l'emergenza che stiamo vivendo dove PD e Movimento Cinque Stelle litigano su tutto tranne che sulla volontà ormai palese, di voler solo rimanere incollati alla poltrona - Alla faccia del : apriremo il governo come una scatoletta di tonno , per poi allearsi con il partito di Bibbiano tanto odiato [ il video ]
L'analisi di Spin Factor evidenzia tutti gli errori del governo: "Non comunica in maniera chiara". Gli stessi pasticci della fase 1
Un film già visto durante la "fase 1". Strafalcioni, fughe in avanti e dietrofront, scivoloni e gaffe a cui è d'obbligo mettere una pezza. Anche con l'ultimo Dpcm il governo è finito per incasinarsi con le sue stesse mani e nel disorientare gli italiani, come rilevato da Spin Factor, società leader nella consulenza istituzionale, politica e aziendale
Le ricerche nel web
Non a caso gli italiani ricercano ed utilizzano con maggiore frequenza la parola "restrizioni" e non è un caso se, tra le 25 parole più frequenti usate su social e web, compaia anche "libertà". Il 27,59% dei post e dei commenti è contrario a queste restrizioni e teme pesanti conseguenze sull'economia. Il 48,19% ha, invece, posizioni neutre, cioè non espressamente schierate o ambigue, probabilmente per la mancanza di chiarezza o per via del continuo rimbalzini di medici come Zangrillo e Bassetti che prima pubblicizzano un dato e poi a gambero tornano indietro. Magari la smettessero di farsi solo pubblicità mediatica come se fossero degli influencer alla Chiara Ferragni.
Il governo si oppone al ricorso: "Il Piano anti-covid resta segreto"
È la stessa domanda che si pongono gli onorevoli Galeazzo Bignami e Marcello Gemmato. Dopo un primo tentativo già ad aprile, ad agosto i due deputati hanno fatto un accesso agli atti per ottenere ufficialmente il testo del “Piano”. Senza però ottenere riscontri. Scaduti i 30 giorni entro cui la Pa deve rispondere ad un accesso civico dei cittadini, i parlamentari hanno deciso di avviare il ricorso al Tar. “Se le misure a dir poco discutibili di questi giorni si basano su un qualche ‘piano’, noi vogliamo vederlo”, dice Bignami. I ricorrenti contestano “l’illegittimità del silenzio serbato” dal ministero e chiedono al giudice di condannare l’amministrazione a rendere noto il “Piano”. L’udienza, come rivelato dal Giornale.it, è già stata notificata. E ieri il ministero della Salute, rappresentato dall’avvocatura dello Stato, ha deciso di costituirsi formalmente di fronte al Tar. L’atto parla chiaro: il ministero si “costituisce in giudizio per resistere al ricorso” presentato dai due esponenti di FdI e chiede di essere “sentito in camera di consiglio”. Si preannuncia insomma una battaglia legale. “Il Governo avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani e consegnarci i documenti - attacca Bignami - Invece si costituisce contro FdI per impedire che gli italiani sappiano cosa sta accadendo. Ma noi non molliamo di un centimetro. Avevamo promesso che li avremmo trascinati davanti ad un Tribunale e lo abbiamo fatto. Ora vogliamo avere giustizia perché il Governo sta agendo col favore delle tenebre senza dire le cose come stanno realmente”.
Criticità in arrivo e mancanza di chiarezza
Sono misure che purtroppo segnalano lo smarrimento del governo di fronte alla crescita esponenziale in questi giorni dei contagi: sembra che nessuno sappia che pesci prendere. Perché? La risposta è purtroppo drammatica: non ci sono più soldi in cassa, e ogni giorno che passa si affievolisce la speranza di avere dall'Unione europea un anticipo di quel fantasma che ormai è diventato il Recovery Fund. Per questo motivo il governo lancia il sasso e poi nasconde la mano. Se chiudesse tutto o completamente qualche settore produttivo, è evidente che nascerebbe il problema del risarcimento dovuto dallo Stato a chi viene fermato. Così formalmente il governo non chiude ancora nulla: limita gli orari di alcune attività, scarica sulle Regioni la decisione di chiuderne altre.
Non è una scelta intelligente, e nemmeno giusta. E' ovvio che limitare alle ore 22 l'attività di ristoranti, bar e locali vari li fa chiudere tutti o quasi del tutto. Qualcuno proverà disperatamente a restare in piedi inventandosi super aperitivi al tramonto che causeranno nuovi assembramenti e inevitabilmente provocheranno nuovi dpcm restrittivi. I più non ce la faranno a stare in piedi: chi viveva di clienti dalle 22 in poi è spacciato. Chi puntava su due turni di ristorazione, ne potrà avere solo uno: ma come farà con quegli incassi a pagare il personale, l'affitto del locale, le spese di mantenimento e perfino gli investimenti fatti nella scorsa primavera per trasformare quei locali e renderli compatibili con le nuove norme sui distanziamenti? E' evidente che li si fa fallire quasi tutti, con l'aggravante dell'ipocrisia di non averne deciso per decreto la chiusura.
Disastro Scuole
Lo scontro sulla chiusura delle scuole in Campania e del balletto delle cifre messo in campo da chi lo ha deciso (il governatore Vincenzo De Luca) e chi lo ha contrastato (la ministra Lucia Azzolina). A venti quattro ore di distanza nessuno ha detto se erano giuste le cifre dell'uno o dell'altro, ed è assai grave. Avesse ragione De Luca per cui la maggioranza dei nuovi contagi nascerebbe proprio dalla scuola, prima di chiudere cosa ha fatto per limitare le conseguenze di una ordinanza così rilevante? Ha pensato a chi si sarebbe occupato oggi dei bambini più piccoli? I genitori perdendo una giornata di lavoro? I nonni perché quella giornata non si poteva perdere? E ha sentito e organizzato le scuole per fare da subito l'insegnamento a distanza? Nulla di tutto questo.
E' questa improvvisazione generale che lascia sgomenti. Ora si vorrebbero chiudere barbieri e parrucchieri. Perché? Che prova abbiamo della crescita dei contagi dovuta alla messa in piega? E se dati di questo tipo esistono (finora manco uno) e possono essere resi pubblici per spiegare come mai lo shampoo sia contagioso ad ottobre e non lo sia stato fra maggio e settembre, quanti soldi avete messo da parte per risarcire da subito chi viene chiuso? Lo stesso dicasi di ogni attività che oggi venisse chiusa. Perché cari signori del governo, rispetto a inizio pandemia, oggi portate sulle vostre spalle l'aggravante di avere fatto riaprire tutti obbligandoli a investimenti costosi per rendere ogni esercizio compatibile con le prescrizioni di questi scienziati pazzi del comitato tecnico scientifico di cui vi siete contornati: chiudete quello prima di farlo con chiunque altro.