Garibaldi annulla bando e graduatoria di Oss. Accolto ricorso Fsi-Usae
All’avviso pubblico per Operatori Socio Sanitari hanno partecipato 4.393 persone. Azienda Ospedaliera Garibaldi di Catania annulla bando e graduatoria. Accolto ricorso della Fsi-Usae: “Torniamo in VI commissione sanità e in Assessorato per far riconoscere i servizi prestati nel privato".
L’azienda ospedaliera “Garibaldi” di Catania ha annullato bando e graduatoria, accogliendo il ricorso presentato a sostegno degli Oss dalla Fsi-Usae. All’avviso pubblico a tempo determinato per Operatori Socio Sanitari hanno partecipato 4.393 persone, che si sono visti depennare dalla graduatoria gli anni di servizio maturarti e prestati presso strutture sanitarie private e presso cooperative in appalto con le Asp, le Aziende Ospedaliere e le Ao Universitarie, i servizi prestati nei reparti covid, tra questi, in particolare, anche i dipendenti delle cooperative in appalto nelle aziende sanitarie e ospedaliere pubbliche che hanno prestato servizio nelle aree covid, senza la corresponsione dell’indennità di rischio per malattie infettive nonostante direttamente impiegati nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del covid-19. Sussistevano, secondo il sindacato, i presupposti per la ritenuta illegittimità.
“Già il 18 febbraio 2020 a Palermo presso l’Assemblea Regionale Siciliana in Commissione regionale VI Salute, Servizi Sociali e Sanitari presieduta dalla Presidente On. La Rocca Ruvolo Margherita eravamo stati auditi – affermano Calogero Coniglio Segretario Regionale e Territoriale Catania Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, Maurizio Cirignotta e Salvatore Bellia componenti della segreteria territoriale - presentando un fascicolo poi consegnato agli atti della commissione, ed esposto la problematica sorta con il concorso unico regionale per Operatore Socio Sanitario (Oss) bandito dalla Regione Siciliana per sopperire alla grave carenza di personale e per superare il fenomeno del precariato”.
“Considerato che ad essere decisivo per l’attribuzione del menzionato titolo di servizio non è il rapporto contrattuale diretto con la Aziende Sanitarie pubbliche, ma la circostanza che la prestazione lavorativa sia prestata anche in via mediata, cioè anche per il tramite di strutture accreditate e cooperative, a favore del sistema sanitario regionale, il servizio prestato presso strutture private in appalto con aziende pubbliche deve essere riconosciuto. Era necessario quindi rivedere il bando, al fine di consentire la corretta applicazione delle clausole inditive e la conseguente parità di trattamento dei partecipanti”.
“Attraverso i nostri legali, continueremo ad intervenire al fine di tutelare tutti i nostri iscritti e tutti i candidati che legittimamente hanno rivendicato la valutazione del servizio prestato negli anni. L’assurdità dovuta alla mancata emanazione da parte dell’assessorato regionale della Salute di linee di indirizzo da inviare alle aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia, che fissino tra i criteri ed i punteggi per la valutazione dei titoli nelle procedure di selezione il servizio prestato nella sanità privata. Chiediamo, pertanto, l’immediato intervento dell’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza – continuano i dirigenti sindacali – affinché intervenga per garantire i diritti di tutti i candidati, nessuno escluso. La politica è anche chiamata alla sua responsabilità oggettiva, a mettere in discussione questo sistema e risolvere i problemi di selezione che vanno sicuramente cambiati”.
“La Commissione, al termine dell’audizione, preso atto dei fatti segnalati si era determinata di sollecitare l’Assessorato regionale della Salute nella emanazione di una risoluzione al fine di riconoscere il titolo e la prestazione del servizio nel privato con un punteggio per il prossimo bando di concorso”.
“Esprimiamo apprezzamento per le decisioni assunte dall’amministrazione dell’Azienda Garibaldi di Catania e nel contempo censuriamo la mancata emanazione di linee guida regionali che continuano a determinare danni a migliaia di operatori socio sanitari”, commentano Coniglio, Cirignotta e Bellia - dopo la nota di riscontro n. 0012601 ricevuta dall’azienda, che con deliberazione n. 791 del 5 luglio 2021 ha proceduto alla revoca della deliberazione n. 1119 del 3 dicembre 2020 con la quale era stata indetta la procedura, a tempo determinato e per soli titoli, per assunzioni di personale Oss, nonché i conseguenti atti, compresa la deliberazione n. 527 dell’ 11 maggio 2017”.
“Gli Oss necessitano di avere più tutele, dare la giusta valorizzazione professionale ed economica, migliorare le condizioni del lavoro per dare loro giustizia perché la maggior parte ha conseguito il titolo pagandolo dalle 3mila alle 4mila euro” - conclude Coniglio.