Durigon, testo del suo intervento in Aula

Claudio Durigon, parola per parola

Durigon, testo del suo intervento in Aula
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, colleghi deputati! Il nodo occupazione correlato alla pandemia è veramente allarmante e le misure finora messe in campo non saranno sufficienti a schivare il catastrofico scenario che si prospetta.
Dallo scoppio dell’emergenza epidemiologica i Vostri interventi si sono concentrati su misure assistenziali inadeguate a fronteggiare la crisi economica che attanaglia il Paese quale conseguenza diretta di quella sanitaria, come la proroga del reddito di cittadinanza, con tutte le criticità e gli abusi perpetrati, o i ristori per codici ATECO, dimenticando ogni volta qualche attività e dovendo correre ai ripari con provvedimenti bis, ter, eccetera, e scegliendo la strada del ristoro forfettario invece che del rimborso in senso stretto per elargire somme di gran lunga inferiori rispetto al reale calo di fatturato per migliaia di attività sospese cause lockdown; o ancora come la cassa integrazione Covid, decisa di volta in volta per un numero di settimane limitate nell’ambito di procedure complesse e farraginose da ritardarne l’erogazione ed il riconoscimento con tempi insostenibili per gli aventi diritto; o il blocco dei licenziamenti, che di fatto, per quanto ragionevole tutelare i lavoratori purtroppo rimasti a casa a causa della chiusura delle attività lavorative, ha serrato ancor di più in un circolo vizioso i datori di lavoro, obbligati alle spese senza la necessaria liquidità.
Il quadro Istat sulla congiuntura economica e sulla correlazione pandemia-mercato del lavoro ha rimarcato come “malgrado gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti (…) la sospensione delle attività ha fortemente pregiudicato l’avvio di nuovi rapporti di lavoro, in particolare di quelli a termine e delle loro possibili proroghe o trasformazioni in contratti a tempo indeterminato”. Abbiamo un tasso di disoccupazione intorno al 10% ed è destinato a crescere, in mancanza di interventi strutturali sul costo del lavoro, a marzo prossimo, quando al 31 del mese scadrà il blocco dei licenziamenti senza aver attuato una politica attiva del lavoro, causa anche i continui litigi tra il Ministro del Lavoro e l’ente preposto Anpal.
Le scelte del Suo Governo, caro Premier, sul piano occupazionale, son state vere e proprie misure tampone, tanto per utilizzare un’espressione consona alla situazione. Ammortizzatori Covid da un lato e divieto di licenziare dall’altro, decidendo di volta in volta di prorogarle sulla base dell’andamento epidemiologico ed economico, non possono di certo durare in eterno. Eppure non vediamo da parte Vostra alcuna misura alternativa e strutturale da consegnare alle imprese per un rilancio economico-occupazionale di medio-lungo periodo e, soprattutto, per evitarne il fallimento.
La Lega invece uno strumento alle imprese lo ha dato, nonostante la Vostra resistenza e le diverse difficoltà che ci avete creato. Lo abbiamo fatto con l’ultima legge di bilancio rifinanziando il contratto di espansione che- ricordo- la Lega ha voluto ed introdotto nel nostro ordinamento. Uno strumento che le aziende potranno adottare per riqualificare i loro dipendenti e per avviare programmi di ricambio generazionale. Ma si poteva fare di più e voi non lo avete fatto.
Non più di una settimana fa la Lega, con un question-time in Commissione, interrogava il Governo per sapere quali iniziative stesse approntando per salvaguardare i livelli occupazionali nella fase post pandemica e se fosse intenzionato ad estendere la c.d. Decontribizione Sud al 30% in tutto il territorio nazionale, atteso che solo una riduzione strutturale e consistente del costo del lavoro può salvare centinaia di migliaia di imprese. Una risposta ridondante su investimenti nella digitalizzazione e nella green economy da parte di un rappresentante del Suo Governo, caro Premier, lascia intendere quanto siate scollati dalla realtà.
Vede, caro attuale Premier -e speriamo al termine di questa giornata non più attuale-, a differenza del Suo Governo, dove le idee son poche e confuse, la Lega ha la sua ricetta per rilanciare l’occupazione e, soprattutto, per evitare il disastro che la fine del blocco dei licenziamenti potrebbe comportare.
Le Soluzioni attuabili dal 31/3/2021 in luogo del blocco dei licenziamenti per salvaguardare l’occupazione sono:
• Abbattimento del costo del lavoro con interventi strutturali almeno del 5%.
• Riforma degli ammortizzatori sociali con l’introduzione di un ammortizzatore unico ma non come fatto dal suo ministro del lavoro Nunzia Catalfo.
Su questo avevamo presentato una nostra proposta che avrebbe agevolato il pagamento, mi faccia passare la parola “l’arroganza” di chi rappresenta il dicastero ha causato innumerevoli ritardi ingessando l’inps.
• Riqualificazione dei lavoratori a rischio attraverso l’utilizzo di risorse assegnate alle Regioni
• Estendere il contratto di espansione a tutte le aziende italiane senza alcuna limitazione
• Introduzione per legge dei fondi di solidarietà bilaterali, ossia fondi regolati da sindacati e aziende, in tutti i settori economici per favorire i prepensionamenti ed il ricambio generazionale.
E poi caro Presidente del Consiglio, la questione di quota 100. Eliminare o meglio ancora rinnegare questa scelta di flessibilità dal mercato del lavoro, per questioni ideologiche o peggio ancora per pressioni europee è una follia. Piuttosto è necessario spiegare all’Europa che in tempi di guerra nei quali noi siamo è indispensabile avere un mercato del lavoro flessibile favorendo un ricambio generazionale. Questo perché nell’ultimo anno la spinta tecnologica ha comportato la modifica delle esigenze occupazionali nelle imprese.
Quindi, signor Presidente, anziché concedere il bonus monopattino o il bonus rubinetti, lei avrebbe dovuto ascoltare le esigenze del Paese con misure che avrebbero consentito in questa fase, di non agire solo sulla difensiva, ma prevedendo misure strutturali per le nostre imprese.
Si ricordi Sig. Presidente senza le imprese non esiste alcuna possibilità di avere lavoratori siano essi dipendenti o autonomi.
Concludo con delle domande:
Perché non avete voluto coinvolgere le opposizioni in un contesto di emergenza economica sanitaria?
Perché avete negato alle categorie il diritto di vivere con ristori inesistenti?
Perché avete negato agli studenti il diritto alla loro formazione, non mettendo la scuola in sicurezza?
Perché non siete intervenuti a garantire più servizio di trasporto pubblico?
Perché non ci avete ascoltato sugli ammortizzatori?
Perché non ci sono strategie per il lavoro tranne assistenziali e mal distribuite?
Allora Presidente
In questi ultimi giorni ho sentito tanti appelli, un appello lo voglio fare io a questa aula é arrivato il momento di cambiare pagina e dare agli italiani la possibilità di avere un governo che rappresenti le loro istanze e il loro pensiero.
Presidente Conte lasci per il bene degli Italiani