Dopo Gaia, Poseidone?

Da quasi due anni in Italia una associazione italiana dichiara il Mare "essere vivente". E se fossimo all'avanguardia, per una volta?

Dopo Gaia, Poseidone?

Il Coordinamento Nazionale ‘Mare Libero’ è una associazione legalmente riconosciuta nel nostro Paese. Un gruppo di giovani di Ostia Lido si è fatto promotore nel Paese di raccogliere varie associazioni che lottano per la “de-cementificazione” delle coste, da Rimini alla Calabria, dalla Liguria alla Campania, e queste si sono comunemente raccolte con un proprio Statuto. Ho avuto anche io l’onore e l’onere di essere tra i soci fondatori e nella carta fondante, riconosciuta nel suo piccolo dalla “giurisprudenza” italiana e perfettamente legale, si stabilisce tra i principi cardine del movimento un assunto curioso: il mare come Essere Vivente. Riprendendosi nell’elaborazione della tesi in qualche modo alle idee di Lovelock del 1979.

Così come sussistono gli archetipi, ed essi non sono Dei nel senso (necessariamente) spirituale del termine e questi sono accettati dalla scienza oggigiorno; così come nessuno si sognerebbe di tacciare di “anti-scientificità” l’assunto diffuso riportato ad esempio da Harari nei suoi best-seller, per il quale Facebook e Amazon sono “divinità” (demoniache?); non si vede perché le interazioni (da noi fortemente compromesse) in super-oggetti quali per esempio la Terra o il Mare, non debbano essere riconosciute “vive” come un albero, un gatto o un essere umano. Divinità ben visibili, che più che essere adorate, reclamano una reciproca comprensione.

Lorenzo Proia