Bova, lu ballu di lu camiddu

Le contrade sono caratterizzate da nomi di derivazione greca: Luppari - Cavalli - Brigha - Bucissà - Caloghiero - Milì - San Giovanni - Campo, Polemo - Aio - Leo- Manduddhuru, verceu

Bova, uno tra i più bei borghi d'Italia, ha tradizioni importanti e che sono si tramandate di padre in figlio.

Le origini di Bova risalirebbero a una regina greca sbarcata sulle coste bovesi (l’attuale Bova Marina).

La regina risalì lungo un torrente arrivando all'attuale zona in cui è sorta Bova.

"La “grecità” degli abitanti di Bova è viva e palpabile. Le tradizioni, gli usi e i costumi che vengono perpetrati in questi luoghi giungono chiaramente da radici antiche che ancora vivono negli animi dei bovesi. A capodanno, è possibile accostarsi a un grande falò posto nel centro della piazza del paese bevendo vino biologico, mangiando pane con la tipica salciccia speziata ai semi di finocchio, a suon di tarantella ballata e suonata secondo gli insegnamenti degli antichi musicisti calabresi, come riporta il sito del Girasole."

 Le contrade sono caratterizzate da nomi di derivazione greca: Luppari - Cavalli - Brigha - Bucissà - Caloghiero - Milì - San Giovanni - Campo, Polemo - Aio - Leo- Manduddhuru, verceu.

Nei secoli VIII - VI a.C., nell'ambito del vasto movimento migratorio dalla Grecia verso occidente, sorsero lungo la fascia costiera ionica della Calabria numerose colonie greche, l'abitato di Delia (o Deri) fu posto allora in contrada "San Pasquale", presso la foce di quel torrente.

Fu devasta dal Vandali (440) come anche dai Saraceni provenienti da Africa e Spagna (829), e nel 1075 anche dagli Arabi.

Il recupero del ballo do camiddu, del palio degli scecchi, i molti concerti di suonatori tradizionali, sono stati recuperati dallo spettacolo culturale di Paleariza, festival etno-culturale-musicale che si svolge annualmente nell'area Ionica e grecofona della provincia di Reggio Calabria, sin dal 1997 infatti costituisce il biglietto da visita etno-turistico e culturale dell'intera zona.

Si ringrazia Mario Marino per il video e la foto gentilmente forniteci.

Ricordiamo che fu sede vescovile, ma anche nel 1577, di una tremenda pestilenza che  colpì il paese, fu oggetto delle scorribande dei turchi, ed ebbe danni dal terremoto del 1783.

Non una storia facile, nè comune e persino un bombardamento degli anglo-americani nel 1943.

Il suo nome  Bova, deviderebbe  dal  luogo adatto al ricovero dei buoi, da cui presero spunto per  lo stemma rappresentante il bue, cui in epoca cristiana, fu aggiunta la figura della Madonna col Bambino in braccio.